Epistolario

Ago 2020


Festa di San Marco

Con Orietta impastati di Vangelo
Sulle sponde di questo mare del porto di Tricase l’eco delle parole di Don Tonino non si è disperso nel tempo ma ci raggiunge ancora per distruggere i nostri ormeggi pietrificati da un bipolarismo che come un virus ha mascherato le nostre scelte:
“Dai a questi miei amici e fratelli la forza di osare di più.
La capacità di inventarsi. La gioia di prendere il largo.
Il fremito di speranze nuove. Il bisogno di sicurezze
li ha inchiodati a un mondo vecchio, che si dissolve”
(Don Tonino B.).
In un mondo sempre più egocentrico nelle fessure disumane dove emergono i nostri desideri, si consumano le nostre uniche fatiche. Chiusi in noi stessi il nostro banale sforzo gira soltanto intorno ad una sola disperazione: quella di preservare un pizzico di bellezza che se ne va; la frenesia di un appagamento, che non ci soddisfa; la smania di vivere i brividi amari di un consumismo ormai esasperato. “Così dice il Signore degli eserciti: "Le larghe mura di Babilonia saranno rase al suolo, le sue alte porte saranno date alle fiamme. Si affannano dunque invano i popoli, le nazioni si affaticano per il fuoco" (Ger 51,58).
Senza più elevarci ci accorgiamo sorpresi, che ogni giorno marciamo e emaniamo l’odore di una putrefazione, che con i batteri contaminati, peggiori del coronavirus, seminiamo morte e terrore.
“Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? Prenderò dunque le membra di Cristo e ne farò membra di una prostituta? Non sia mai! Non sapete che chi si unisce alla prostituta forma con essa un corpo solo? I due - è detto - diventeranno una sola carne. Ma chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito. State lontani dall'impurità! (1Cor 6, 15-18).
Diveniamo complici della fame e della sete del mondo, complici della loro nudità,
complici del loro fuggire su terre di speranza che le abbiamo trasformato
in rifiuto e disperazione, complici di averle incatenate dentro quel nome disumano di profughi
e complici delle loro ferite che gridano giustizia al cospetto di Dio.
“Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo!”
  (Gn 4,10).
Un seme che non si apre alla vita muore, (Gv 12,24-26); il piccolo spicciolo sotterrato nella terra non serve a nulla (Mt 25,25), “Concedi, o Signore, a questo popolo che cammina l'onore di scorgere chi si è fermato lungo la strada e di essere pronto a dargli una mano per rimetterlo in viaggio! (Don Tonino B.).
Solo quando sapremo uscire da noi stessi avviene l'incontro e la vita fiorisce, la roccia della nostra aridità si spacca e una sorgente di vita emerge (Es 17,6): in quel misterioso incontro di due cellule che si fondono, di due mani che si uniscono, ...e la vita danza!!!
E’ dal costato di Adamo che nasce il grembo (Gn 2,21), ma dal costato di Cristo nasce una fonte inesauribile di vita che toccando le nostre ossa aride ci fa uscire dai sepolcri rivestiti della vita che non ha fine (Ez 37,1-14), lo proclama Giovanni a tutta la creazione: Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza
                         è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. (Gv 19,35).
    ...allora è festa quando come Marco sapremo impastarci di Vangelo, diventando pane
che si moltiplica (Mc 6,34-44) e nelle fessure di una morte disumana, come quella di Orietta,
sapremo cantare come Lei:
  “Benedici il Signore anima mia tu che sei rivestito di maestà e di splendore
sei tanto grande Signore mio Dio.  Voglio cantare al mio Signore finche avrò vita
lodare sempre e inneggiare a lui finchè esisto, gli sia gradito il mio canto e gioirò per sempre nel Signore”.
E faremo festa con Lei non per esaltare le malinconie di ricordi e di un passato che ci spezza,
ma per alzare gli orizzonti di una vita, che impastata con la nostra, rinasce, risorge e dona,
è Festa poichè con Orietta svegliamo l'aurora; scriviamo il Vangelo, con le lettere dell’amore;
Gridiamo, noi che non abbiamo ammainato le vele “abbiamo visto l'amore vincere”!!!


NOTA BENE: LA NOSTRA FESTA QUEST’ANNO VUOLE ESSERE UN INNO DI GRATITUDINE E DI AMORE ALLA NOSTRA ORIETTA CHE SARA’ RESA PREZIOSA DALLA VISITA DEL NOSTRO ARCIVESCOVO, GIOVANNI ACCOLLA, IL 6 SETTEMBRE. SARA’ PROPRIO LUI A BENEDIRE LA STRAORDINARIA OPERA PROGGETTATA DALLA NOSTRA ROMINA CALABRESE E OFFERTA DAL NOSTRO GRANDE GIUSEPPE PUGLISI, INNALZANDOLA A PERENNE RICORDO DELLA SUA RICCA TESTIMONIANZA DI AMORE A GESÙ E ALLA NOSTRA PARROCCHIA.
Quest’anno a causa delle restrizioni previste dall’emergenza sanitaria del Covid 19 ma anche per quelle scelte che contraddistinguono la Festa di S. Marco, viene compromesso il sostegno per affrontare le spese ordinarie della nostra Chiesa. Per far fronte a questo problema ho deciso insieme al Consiglio Pastorale di organizzare una raccolta fondi, solo nelle nostre tre frazioni, per sostenere la Comunità di S. Marco: quello che la vostra libera generosità vorrà donarci vuole essere solo un di sostegno: non si raccoglie per la Festa ma per il sostentamento della Comunità di S. Marco per l’anno 2020, 2021.

                                    Porto di Tricase 12 Agosto 2020           Mario Salvatore Oliva



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