Epistolario

Nov 2020


PASSIAMO ALL’ALTRA RIVA

BUON ANNO LITURGICO!!! ... pronti a sfidare le onde

Tuonano le parole, che corrono
lungo i versi della storia!!!
    ...eco di sentenze; rantoli di lamenti; ritmi lenti di una religiosità
dal cui pentagramma si ergono effusioni d’incenso, fascino della tradizione; subdole dell’informazione, il cui vocabolario subliminale porta i diritti di autore di un economia che trascina nel baratro i piccoli e gli indifesi, che non avendo spina dorsale, vengono scaraventati per terra, lasciandoli morire lentamente, asfissiati da una cultura senza ossigeno; marchingegni educativi, che per secoli formano eserciti di preti, soldati di Cristo, (operatori pastorali, nell’epoca moderna col fascino di vocaboli nuovi ma nella sostanza cambia ben poco), che con il telaio, non più di legno e di ceci sotto le ginocchia, ma con gli strumenti multimediali della moderna psicologia, ipnotizzano le menti intessendo l’elegante e fascinoso abito nero, dove di vero c’è solo il richiamo del lutto della nostra vera identità…

E tu Maestro che sei venuto a fare in questa terra?
“Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!”  (Lc 4, 34).
Ci dai ancora fastidio. Non hai compreso che agli esseri umani è piaciuto eliminarti,
i tuoi versi sono belli, le tue parabole affascinanti, rendono attraenti i nostri congressi,
spettacolari le nostre missioni popolari, sfondano di successo le nostre visite pastorali.
Sai Maestro in questo siamo stati molto estrosi nella storia: biblioteche, tradizioni, arte, monumenti…
non ci piaci solo tu, troppo pericoloso!!!
Non hai un indirizzo, ne un email, ne un numero di cellulare.  
Te ne esci con una risposta strana dinanzi ad una domanda impertinente per te: “Venite e vedrete” (Gv 1,39).
Non si capisce da che parte stai:
adorato a Betlemme da alcuni stranieri chiamati Magi, da pastori peccatori pubblici,
te la prendi con gli scribi e i farisei e ti siedi a parlare con Nicodemo,
in Samaria ti siedi a parlare con una Donna di 5 mariti
e un’altra di facili costumi, liberata dalle pietre, l’ammetti ai sacramenti.
Siamo in crisi, come dobbiamo convincerti che anche tu devi rispettare la legge???
Anche per te è stato emanato il“dpcm”!!! Forse non ce ne siamo accorti!!!
Nessuno riesce a convincerti, ci aveva provato Pietro amico intimo,
Giuda però aveva capito che i 30 denari valevano di più delle tue scelte
così come le 10€ di una celebrazione eucaristica detta in 30 minuti facendo contenti tutti, (troppo bello…)

Passiamo all’altra riva!!!! Troppo pericoloso!!!
Le parole si dissolvono, i versi si scrivono con le onde della tempesta,
si scrivono con i drammi delle paure!!!,

...altro che novene popolari e capoversi da capogiro, canti gregoriani e cori da mille voci!!!

“Che sei pazzo o Dio, che fai dormi? Svegliati, svegliati!!!
Perché ci hai creati per lasciarci morire in questo inferno?
“È forse perché non c'erano sepolcri in Egitto che ci hai portati a morire nel deserto?
Che cosa ci hai fatto, portandoci fuori dall'Egitto? (Es14,11).

Come cavolo ragioni, ci hai tolto Orietta mentre i cattivi e i malvagi
che sono rimasti a riva, ridono di noi e hanno la meglio su tutto?

Non avete ancora Fede???
Ma cosa dici mai Maestro? Vuoi il nostro curriculum religioso?
I nostri attestati dei corsi da ministro straordinario?
Abbiamo anni di consigli pastorali, di convegni,
abbiamo comprato titoli, diplomi, attestati, carriere,
siamo monsignori, cardinali, arcipreti…
Nei nostri armadi c’è di tutto Maestro, un patrimonio religioso da fare invidia,
e tu osi dirci così?
"La fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono." (Eb 11, 1) . La fede è la roccia per non temere i venti e le tempeste della vita. Ma è anche le ali per chi decide di volare alto. La fede è l'ancora che dà sicurezza nei momenti del dubbio e dell'incertezza. Ma è anche la vela che ti permette di prendere il largo. La fede è scommettere sulla vita qui, ora, per sempre. (Don Tonino Lasconi).
Si tratta di rimanere felici in mezzo alle onde tempestose di un mondo alla deriva, fuori dall’annebbiamento che circonda il coronavirus, consapevoli che un terremoto mondiale sta manipolando le coscienze e frantumando l’ecosistema; felici come lo sguardo di Don Pino Puglisi dinanzi alle pistole disperate, come quella dei sommi Sacerdoti del Tempio al colpo secco di ispirata sentenza: “Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera! (Gv 11, 49-50); felici come Don Tonino dinanzi alle due pallottole nella buca della posta e a Reggio Calabria dinanzi all’invito, fattogli da un Cardinale illustre, a non animare le rivolte sulle installazioni militari della Nato a Sigonella; felici come Don Roberto a Como con la sua colazione in mano: quel coltello non porta solo la firma dell’assassino ma anche delle nostre omertà che dietro alle finestre guardiamo senza coinvolgerci, ed ora che il pericolo è passato, ci affacciamo per osannarlo, così ci mettono dei like.

Il vento cessò!!!

Maestro è lo stupore del mattino di Pasqua è lo stupore che canta Giovanni nell’Apocalisse:
"Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell'Agnello. ...Non avranno più fame né avranno più sete, non li colpirà il sole né arsura alcuna, perché l'Agnello, che sta in mezzo al trono, sarà il loro pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita (Ap 7,14-16).
Sono il mangime, gli escrementi della storia che però fanno crescere il seme buono, sono i fuori legge, quelli fermati ai posti di blocco delle nostre curie, delle nostre porte sbarrate per chi non ha il passaporto, sono quelli che al mondo più che esseri umani sono schedati come divorziati, gay, prostitute e pubblicani moderni… che sanno ancora stupirci!!!
Sulle loro tombe cortei di esseri umani confusi ancora, storditi dal loro coraggio,
non convinti ancora, poiché i conti non tornano, i calcoli impazziscono…
Dobbiamo ammetterlo non sono più ai piedi di questa riva dove abbiamo cementato le nostre idee, dove scriviamo i nostri versi; dove ci sfoggiamo delle nostre maestrie; dove al gelo del nostro cuore fermo, conserviamo giovane la nostra pelle e grazie agli estetisti dai mille attestati, mummifichiamo la nostra smania di bellezza nel vanto dei nostri capi firmati dell’ultima moda…
dobbiamo ammettere, con amara verità, che se pur non ci manca niente,
su questa riva ci sentiamo così soli, così tristi, così delusi  

...lo saremo finché non avremo il loro coraggio di salire sulla tua Barca Maestro
e non solo guardarti dalla riva; finché non ci volteremo più indietro rimpiangendo l’Egitto;
finchè non ci addormenteremo sulle tue ginocchia con la certezza nel cuore della tua Parola:
“Do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano” (Gv 10, 28);
finché al turbine violento delle onde, rivestiti della tua potenza,
con lo “scudo della fede, spegneremo tutte le frecce infuocate del Maligno” (Ef 6,16).

Hanno da insegnarci i nostri fratelli del mediterraneo!!! Per avere il coraggio di sfidare la morte dovremo forse come loro provare la fame e sentire cadere le bombe sulle nostre case? E’ vero, attorno al loro il mare tempestoso di un narcotraffico mafioso che li travolge e li affonda, ma anche vero che nei loro occhi luccicanti ci sfugge il brivido della sfida che non abbiamo il coraggio di guardare, ci mette in crisi la triste e amara verità che solo chi profuma di mare e di tempesta
...è un uomo vivo, vero, come te Maestro.

A te che stai alla riva di tanti fallimenti, non guardarti da un virus, che per quanto può essere letale, non pensare che è l’unico che minaccia la tua vita.
Ci sono altri virus che irrigidiscono i muscoli, che addormentano la mente, che atrofizzano le mani, che anestetizzano le coscienze, che raffreddano il cuore: il virus di una politica sporca, il virus di un denaro guadagnato con disonestà, senza scrupoli, il virus di una religiosità sporca e ipocrita, il virus di amicizie di tornaconto!!!
A te che non ti decidi ancora a salire sulla barca, non pensare che ti sei salvato perché sei un asintomatico, asintomatico da tante liturgie domenicali, da tante prediche che non ti toccano minimamente, da tanti santini che porti dappertutto senza che ti coinvolgono, da tante cattedre conquistate dove dalle tue ricette non sprigiona nessun profumo di cucina.
A te che guardi da lontano i barconi sbattuti dalle onde pensando che ti è andata bene, fino ad ora…, domani non lo sai… non pensare che passato l’era del virus ti sei liberato, non serve la fatica di parare i colpi anche perchè qualcuno primo o poi ci beccherà di sicuro: la morte.
“Tutti nasciamo come originali ma molti muoiono come fotocopie” (Carlo Acutis)
A te allora l’Augurio per questo Anno Liturgico sui versi di Don Tonino, un grande nuotatore,
ha sfidato le onde di tante tempeste, ora è all’altra riva, non certo quella di una Beatificazione:

La Pasqua frantumi le nostre paure e ci faccia vedere le tristezze, le malattie, i soprusi, e perfino la morte, dal versante giusto: quello del «terzo giorno». Da quel versante le croci sembreranno antenne, piazzate per farci udire la musica del cielo. Le sofferenze del mondo non saranno per noi i rantoli dell’agonia, ma i travagli del parto. E le stigmate, lasciate dai chiodi nelle nostre mani crocifisse, saranno le feritoie attraverso le quali scorgeremo fin d’ora le luci di un mondo nuovo. Pasqua, festa che ci riscatta dal nostro passato! Allora, Coraggio! Non temete! Non c’è scetticismo che possa attenuare l’esplosione dell’annuncio: “le cose vecchie sono passate: ecco ne sono nate nuove”. Cambiare è possibile. Per tutti. Non c’è tristezza antica che tenga. Non ci sono squame di vecchi fermenti che possano resistere all’urto della grazia. (D. Tonino B.).
Non è usuale parlare di Pasqua a Natale, ma ne abbiamo bisogno…

non dimenticarti non solo di metterti la mascherina ma ricordati di metterla anche ai pastori del tuo presepe affinchè non si infettino del nostro natale sterile. AUGURI BUON ANNO LITURGICO!!!

ALCUNI AVVISI IMPORTANTI:
La sera del 29 Novembre sabato a S. Marco inizieremo l’Anno Liturgico alle ore 18, segue un momento di Festa. Accogliamo i nuovi Cooperatori delle nostre tre Comunità: Jenny Giamboi di Badiavecchia, Carmelina Calabrese di San Marco, Pippo Bartucciotto di San Basilio, sono il segno del nostro cammino insieme: con loro sulla barca del Maestro pronti ad affrontare le tempeste solo perché il maestro è con noi sulla barca.
I Programmi del Mese li trovate in fondo in Chiesa o nella bottega di Maria e Anna.

     Badiavecchia 19 Novembre 2020          P. Mario Salvatore Oliva



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