Epistolario

Nov 2019


BUON ANNO LITURGICO!!! ... decideremo noi da che parte stare

Chiedi a Lui il regalo più bello, che faccia battere il Suo Cuore dentro al tuo, per sentire vibrare la Vita
E’ Facile rinchiudere un’espressione di fede dentro i binari di un rigo da imparare a memoria, banale poi concretizzarla con i colori affascinanti, poetici, capaci di grandi emozioni sterili, ma unici, di una tradizione che a tutti i costi vuole definirsi cristiana, bigotta quando si riveste di volti che, contorti di sdolcinismo poetico, si muovono a ritmo lento su due gambe piantate per terra e immobili...
E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria!!! (Gv 1,14).

    ...è’ un terremoto su tutta la storia della nostra umanità, più grande di noi, così irraggiungibile alle nostre capacità mentali, ha stravolto ogni religione, compresa la nostra. Una sentenza, appena qualche giorno prima, nel Kairos della storia, è stata pronunciata dalle labbra, sbavate di odio, dal Sommo Sacerdote Caifa, incisa per sempre nei nostri cuori pietrificati dalla paura, per schiarire ogni dubbio e aprire uno squarcio di luce per quelli che desiderano entrare nella Vita: “Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!” (Gv 11,50).
E’ Giovanni che tra i primi ne ha afferrato tutta la sua pienezza: “Uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate” (Gv 19,33-35). Paolo poi, per chi ancora fa fatica a comprendere lo dice chiaramente: “Pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e, ciascuno per la sua parte, siamo membra gli uni degli altri” (Rm 12,5). E continua Giovanni nella sua Lettera: “Noi abbiamo conosciuto e creduto l'amore che Dio ha in noi. Dio è amore; chi rimane nell'amore rimane in Dio e Dio rimane in lui” (1Gv,4,16), e Giacomo nel suo fermo discorso: “Religione pura e senza macchia davanti a Dio Padre è questa: visitare gli orfani e le vedove nelle sofferenze e non lasciarsi contaminare da questo mondo” (Gc 1,27).

L’egoismo, l’individualismo sono le cellule tumorali della Chiesa che colpiscono il Corpo Mistico di Cristo:
siamo sue membra e in queste membra l’altro non è un di più,
l’altro non è uno solo da servire, l’altro non è uno che mi serve,
l’altro non è un nemico da evitare e da scartare: l’altro è parte di quella Vita meravigliosa
che Dio ha effuso nell’universo, e nella Resurrezione di Gesù ha unito a se per sempre.

La cecità dell’egoismo ci impedisce di vedere chi ha fame,
la sordità dei nostri pregiudizi ci impedisce di ascoltare il grido di chi ha sete,
la nostra smania di possedere rende sempre più nudi quanti hanno perso ogni dignità,
i nostri limitati confini blindati non permettono agli stranieri di entrare nella nostra vita,
le nostre paure ci hanno resi incapaci di sentire le sofferenze di chi ci vive accanto,
e le nostre sentenze ci hanno impedito di solcare le sbarre dei carcerati dei nostri tempi.  

QUANDO MAI SIGNORE TI ABBIAMO VISTO???
    ...questo è il dramma del nostro egocentrismo esasperato, il dramma che costruisce le siepi del piccolo e confinato mondo in cui viviamo, è proprio perché ciechi non vediamo la fame dei nostri tempi, fame di pane, molto di più, fame d’amore. “Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: "Noi vediamo", il vostro peccato rimane” (Gv9,41).
    ...è il dramma dell’aridità che ci gira intorno. Nelle nostre “cisterne piene di crepe” abbiamo messo culture, attestati di laurea, bagagli culturali di grandi esperienze, curriculum che fanno una bella figura alla storia e alle nostre carriere, ma saziano solo la nostra vanagloria, otturano le nostre orecchie non facendoci sentire la sete di chi bussa per chiedere acqua che fa fiorire i deserti dell’ingiustizia e dell’emarginazione, dei poveri lasciati ai margini e degli esclusi che non possono permettersi di pagare la nostra smania di cultura e di dote. “Due sono le colpe che ha commesso il mio popolo: ha abbandonato me, sorgente di acqua viva, e si è scavato cisterne, cisterne piene di crepe, che non trattengono l'acqua” (Ger 2,13).
    ...è’ il dramma  dei nostri pregiudizi facili sui migranti e le loro sorti. “Ipocriti e sepolcri imbiancati”, soddisfatti per la scorta affidata agli ebrei alziamo le nostre bandiere in difesa della patria e dei nostri confini, e a pochi Km, nel silenzio totale e complice di tutti noi, c’è chi viene gettato in mare e chi viene destinato al mercato assurdo dei trapianti di organi. “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all'esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume. Così anche voi: all'esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità (Mt23,27-28).
    ...è’ il dramma dei nostri guardaroba, dei nostri vestiti all’ultima moda, dei nostri migliori capi firmati, dei nostri lifting a cui diamo il potere di mascherare l’identità invecchiata che ci portiamo dentro, nell’illusione solo di apparire. Colmi di vestiti siamo incapaci di dare un vestito a questo mondo infame, il vestito della coerenza, della trasparenza, della limpidezza dei gesti, della sincerità, della purezza dell’animo, dei gesti gentili e attenti: “Io detesto il ripudio, dice il Signore, Dio d'Israele, e chi copre d'iniquità la propria veste, dice il Signore degli eserciti. Custodite dunque il vostro soffio vitale e non siate infedeli” (Ml 2,16).
    ...è il dramma dei nostri ospedali freddi, dove quello che appare non è il grido delle nostre sofferenze ma il prezziario dei nostri guadagni e le convenienze delle nostre eredità. Al letto di chi soffre, “c’è l’occhio di chi vide e passa oltre” e chi si ferma è solo il becchino di turno, il medico con il conto in mano e il notaio pronto a spartire l’eredità, e in più, un immensa solitudine che spezza e annulla, e noi a fare il tifo a tutte le marce che sfilano nelle strade dei nostri deserti gridando a Pilato l’approvazione della condanna a morte, quella dell’eutanasia, cosi la facciamo finita una volta per tutte di lasciarci torturare da questi audiovisivi (Don Tonino Bello), ...quella dello scarto degli embrioni l’abbiamo già ottenuta da tempo: “Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?". Quello rispose: "Chi ha avuto compassione di lui". Gesù gli disse: "Va' e anche tu fa' così" (Lc 10,36-37).
    ...è il dramma delle nostre condanne facili che ti sbattono dentro i carceri ideologici moderni, costruiti ad hoc, spiazzato nel web ci rimani per sempre, e se sei divorziato risposato, attento a lasciarti beccare da un prete. Non c’è riscatto, ne armistizio, scartato da tutti, guardato con sospetto dalle fessure dei nostri spionaggi, lo abbiamo “marchiato sulla mano destra e sulla fronte”, e siamo complici con le nostre mani chiuse, con le nostre porte chiuse in faccia, con le nostre mani pulite e lavate davanti a tutti. Ma non tutti si lasciano marchiare! Sono quelli del mattino di Pasqua segnati dallo Spirito Santo. “Essa fa sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi, ricevano un marchio sulla mano destra o sulla fronte, e che nessuno possa comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome. Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: è infatti un numero di uomo, e il suo numero è seicentosessantasei” (Ap 13, 16-18).

L’AVETE FATTO A ME!!!         Non è l’ultima scoperta della nostra storia
                    ma è l’unico Documento che attesterà che noi siamo Cristiani:

 in faccia alle nostre Liturgie sterili impeccabili, in faccia ai nostri corredi ben curati
                            dei nostri rocchetti e delle nostre talari ben stirate;
in faccia ai nostri titoli di monsignori e arcipreti;
in faccia ai nostri bei discorsi e bei corsi di prima, seconda e terza comunione,
        fatte solo perché ogni occasione è buona per festeggiare e ostentare le nostre capacità;
in faccia alle nostre carriere, e alle Parrocchie che abbiamo guidato,
                            affidate in base al nostro curriculum;
in faccia ai nostri natali impeccabili di regali, zampogne, novene e presepi;
in faccia alle nostre collezioni di rosari, e alle candele votive offerte;
in faccia ai nostri pellegrinaggi da 1000 Km con l’attestato di autenticità…
... se non avessi la carità, sarei come bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita (1Cor 13,1).


Sta per arrivare Carnevale, no scusate Natale, attenti ai Lupi rivestiti d’Agnello (M7 7,15)…
Siamo tutti buoni, ma cosa c’è sotto il muschio del nostro presepe?
Dietro il sipario dei nostri regali, sotto il tavolo dei nostri cenoni? Non l’Avete Fatto a me!!!
A Betlemme è nato l’Amore, l’Emmanuele Dio con noi!!!
Chiedi a Lui il regalo più bello, che faccia battere il Suo Cuore dentro al tuo, per sentire vibrare la Vita e diventare così Pane che nutre, acqua che disseta, vestito che dia dignità a chi l’ha perduta, e così sciolta la lingua del forestiero, del malato e del peccatore, far risuonare nella notte il canto degli Angeli:  
Hai mutato il mio lamento in danza, mi hai tolto l'abito di sacco, mi hai rivestito di gioia! (Sal 30,12)
Annuncio che ci guiderà nella notte verso Lui.
Tutti gli altri regali, il 7 gennaio, staccata la spina, tornano nel ripostiglio dei nostri depositi,
in attesa del prossimo Carnevale.
Buon anno, dimenticavo, decideremo noi da che parte Stare!!! ”


ALCUNI AVVISI IMPORTANTI:
La sera del 30 Novembre sabato a S. Basilio inizieremo l’Anno Liturgico alle ore 19, segue un momento di Festa. Accogliamo i nuovi Cooperatori delle nostre tre Comunità: Enza Buemi di Badiavecchia, Giuseppe Puglisi di San Marco, Assunta Bartolotta Milici di San Basilio, sono il segno del nostro cammino insieme: non mi sostituiscono, ne sono postini di messaggi da inviare al Parroco.
Inoltre ricordo a tutta la Parrocchia che quanti non hanno accolto la Benedizione delle Famiglie e pertanto non hanno gradito la mia visita, in occasione di un funerale, io non andrò nelle loro case, né li accompagnerò al Cimitero, sempre se lo chiedono, il nostro servizio rimane solo in Chiesa per la Celebrazione, prendendo le distanze da certe usanze che in questo caso alimenterebbero solo un gesto di ipocrisia. Inoltre quanti non sono riconoscenti verso il nostro servizio, comunicheremo all’inizio della Celebrazione funebre che, il contributo del Fiore che non Marcisce, non lascerà nessun segno di ricordo ma verrà devoluto alla cassa della Parrocchia per le spese ordinarie.
I Programmi del Mese li trovate in fondo in Chiesa o nella bottega di Maria e Anna.



     Badiavecchia 20 Novembre 2019          P. Mario Salvatore Oliva



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