Epistolario



... A SAN MARCO!!!

Con ORIETTA Oltre quel muro...
    Nel vortice di tanto smarrimento e tante destabilizzazioni, che stiamo vivendo, il cuore della Festa di una Comunità di Fede non può scriversi su una linea di spensieratezza e puro divertimento, scrollati, come ci hanno abituati, da una realtà vera, brilli di questo super folclore di tradizioni, sciolto dopo due anni di astinenza al suo pieno delirio:
                   saremmo veramente di scandalo!!!
Cosa infatti faceva di male il ricco epulone? (Lc 16, 19-31)  “ogni giorno si dava a lauti banchetti”, …infondo non è stato cattivo, non ha dato fastidio a nessuno, si è sempre fatto i cavoli suoi, e tutto quello che faceva era frutto dei suoi sacrifici e dei suoi sforzi: gli toccava infondo divertirsi.
Eppure c’è qualcosa, che ci piace non vedere, soprattutto quando Abramo imperterrito ce lo dice ancora:
                                 “tra noi e voi è stato fissato un grande abisso”.
Non è un capriccio di Dio, né una realtà che spunta a sorpresa: un“abisso” che ha a che fare con noi credenti, noi quelli che Celebriamo l’Eucarestia, facciamo tante processioni lodevoli e pieni di devozioni, predichiamo, riusciamo anche a commuoverci e immedesimarci in effusioni mistiche e angeliche.
C’è una distanza abissale tra noi e quanto si sta riversando sul cuore della nostra umanità: fratelli censurati poichè hanno avuto il coraggio di dissociarsi da un pensiero unico; nostri fratelli che, sotto l’orribile e disumana forma del ricatto, per un pezzo di pane, si sono dovuti vaccinare, ed oggi sotto l’indifferenza di una sanità corrotta, costosa, assente, portano le conseguenze avverse di un vaccino sperimentale subdolo sporco di interessi, ingegnato da affaristi da capo giro; contagiati portati negli ospedali, con la tachipirina e la vigile attesa, lasciati a morire, mal capitati dentro una logica sporca di profitti; giovani e bambini, torturati nelle scuole e inoculati senza nessuna logica di prevenzione e gravità, in cambio di servizi utili e importanti per la loro crescita, consumando così un terribile crimine sul loro futuro e sulla loro salute; quante lacrime, quante disperazioni, in quei letti di morte dove è stato vietato ogni sentimento umano, non meno dei campi di concentramento di Auschwitz, quanta solitudine ha accompagnato la morte di tanti nostri fratelli e quanta disperazione di familiari che non li hanno potuti tenere per mano e mai più visti...
l’elenco potrebbe continuare a dismisura, ferite che non si emargineranno mai!!!
Siamo diventati cosi disumani??? Impassibili, inermi… Dio ce ne chiederà conto!!!

Ecco il dramma dei nostri tempi, che si dilaga nei nostri banchetti lussuosi, nei nostri problemi, e non oltre dei nostri, che si iscrive sui nostri centri di benessere impegnati a rendere vivo ciò che è ormai in putridume: la nostra capacità di amare, di liberarci, di essere noi stessi!!!
Per noi del sud questo “abisso”  ormai è diventato un monumento storico, ce lo vantiamo con la nostra carriera di scaltrezza e la nostra abilità di furbetti esperti, in fondo per una manciata di interessi siamo disposti a tutto, anche perché se non ti pieghi, i fuochi cominciano misteriosamente a dilagare e i venditori ambulanti, spuntare come funghi nel deserto di queste nostre frazioni.
Siamo però ancora in tempo, c’è un ultima fermata
e poi per sempre saremo dove abbiamo scelto di stare!!!


Caro Marco donaci ancora questa Parola! A te infondo le processioni non interessano,
e neanche i nostri fantastici botti, tu sei così lontano da noi, è vero come lo percepiamo,
quando osi ancora dirci:  “Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono:
prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno" (Mc 16,17-18).
Per applaudirti, va bene Marco, l’hai detta anche bella, e suona anche bene per farne un  bel canto,
ci potrebbe anche stare dentro una bella Liturgia mistica sia di rinnovati che di conservatori...
Ma cosa è successo Marco? “l’abisso”  ...terrore, paura, mascherine, disinfettanti,
ligi alle regole, minuziosi in tutte le disposizioni... sai per fino non siamo venuti  in chiesa  
quando avevamo  il sospetto di qualcuno, e quanto quel tizio con la testa dura,
imperterrito e disubbidiente, ha tentato molte volte di metterci in pericolo!!!


Cara Orietta faccela amare tu questa Parola!
Quando avevi visto bene il tuo Sposo, non ci hai pensato due volte
a passare di li, e cominciar ad incidere su questo nostro muro irremovibile:
“Per me il vivere è Cristo e il morire guadagno”  (Fil 1,21).
Tu te ne sei andata poco prima di questo terribile dramma,
a te solo è servito, per andartene in silenzio, in punta di piedi,
senza tutte quelle nostre ipocrisie.
Tu amavi dire su quel letto di canti e di lodi:
Perchè tardi ancora mio Sposo, non vedo l’ora!!!
Lo so, a fatica riusciamo a vederti, mentre in quella foto il tuo sorriso ci spiazza,
quanto “abisso” dai tuoi occhi veri!!!
Visto che per la nostra festa vieni ancora, provaci tu a catapultarci fuori,
c’è Lazzaro che con i suoi occhi profondi nasconde un cielo di Festa,
e solo da quella parte non c’è più confine, e danzeremo la Vita!!!  


          Fatima 16 Agosto 2022                      P. Mario Salvatore Oliva



 scarica il documento

... A SAN BASILIO!!!

Nessuno calpesti la nostra Dignita... Siamo Dio per GRAZIA!!!
Nel vortice di un’estate il grido temporaneo,
“Liberi tutti”,
ci vorrebbe in qualche modo portare oltre la realtà!!!
Una realtà sempre più difficile da percepire dinanzi agli ingegni di una confusione che ci scaraventa per terra e ci stona: affermando tutto ed il contrario di tutto.
Un meccanismo di informazione anestetizzante a 2x, tutto alla velocità della luce, senza più il tempo di assorbire la realtà: e niente ci sconvolge più di tanto!!!
... e una agenda studiata ad hoc procede indisturbata!!
Ma noi imperterriti eccoci qui pronti per una Festa!!!

… c’è un dono che custodiamo con gelosia: “siamo Dio per Grazia”
e una ferma resistenza che per nulla vogliamo mollare: “Nessuna calpesti la nostra dignità”
    Per nulla distratti e per nulla fuori dal mondo, sentiamo vibrare l’energia coinvolgente e tenace di San Basilio, avvolti dal suo coraggio, dalla sua fermezza e saldi nella Parola:
“Siete tutti figli della luce e figli del giorno; noi non apparteniamo alla notte, né alle tenebre. Non dormiamo dunque come gli altri, ma vigiliamo e siamo sobri. Quelli che dormono, infatti, dormono di notte; e quelli che si ubriacano, di notte si ubriacano. Noi invece, che apparteniamo al giorno, siamo sobri, vestiti con la corazza della fede e della carità, e avendo come elmo la speranza della salvezza (1Ts 5,5-8).

    La nostra festa non è l’ebbrezza di un momento fugace o di una notte da sballo in discoteca, nè l’effetto di una punturina che ti permette di fare quello che vuoi: è quella che vibra sulle corde di una vita accordata e che suona a ritmo delle nostre scelte coraggiose, la cui chiave di violino è quella scandita dal tempo delle nostre convinzioni ferme. Oggi, più che mai, non abbiamo bisogno di appagamenti, ma acquisendo una conoscenza ampia e investendo sulla qualità della vita, dobbiamo dar luce a questo germe divino che c’è in noi, non possiamo barattarlo con la logica dei nostri affari sporchi, non possiamo ucciderlo con quel relativismo, dura finche dura, non possiamo spegnerlo con il fallimento continuo di una vita che sa solo consumare e non consumarsi.
Torniamo felici nelle nostre piazze, orgogliosi di non essere caduti nel tranello di chi crede che con un sorso di estate vuole illuderci di essere liberi: lo siamo anche senza quel sorso, poiché non sui ricatti, ma sulle nostre convinzioni scegliamo di non prostituirci con la mentalità materialista di questo mondo. Pronti e super positivi, super tamponati, per contagiare, quanti sfiniti dall’ansia e dalla paura, hanno compreso che l’unico virus da cui guardarsi é quello dell’egoismo e di un materialismo che ti uccide lentamente.
C’è una Liturgia vera da celebrare, c’è una processione autentica da ripresentare!!!
    ...non sui palcoscenici di un fare culturale ma sull’altare della nostra vita.
Troppo semplice celebrare sull’altare, troppo sbrigativo
snodarci sulle vie del nostro piccolo paese.
    Celebrare la Pasqua è lasciare che questa scintilla divina oltrepassi la nostra vita
per frantumare le catene come afferma San Paolo “Non lasciatevi legare al giogo estraneo dei non credenti. Quale rapporto infatti può esservi fra giustizia e iniquità, o quale comunione fra luce e tenebre? Quale intesa fra Cristo e Bèliar, o quale collaborazione fra credente e non credente? (2Cor 6, 14-15).
     Fare una processione è aprire passi con mani che si tendono senza paura e con sconfinati sguardi che oltrepassano l’universo tracciando una scala fino al cielo!!!
“Una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo;
ed ecco, gli angeli di Dio salivano e scendevano su di essa” (Gen 28,12).

    A tutti voi la gioia di condividere la bellezza di una vita che non deve guardarsi da qualcuno ma deve spendersi, consumarsi per generare danza, festa, musica, bellezza come alberi piantati nella Vita!!!
“L’annuncio dalla Parola di verità del Vangelo...
...in tutto il mondo esso porta frutto e si sviluppa,
così avviene anche fra voi, dal giorno in cui avete ascoltato
e conosciuto la grazia di Dio nella verità”... (Col 1, 5-6)
...e per sempre saremo Dio per Grazia!!!


          S. Marco 30 Giugno 2022                               P. Mario Salvatore Oliva



 scarica il documento

PROSSIME ELEZIONI AMMINISTRATIVE DEL 12 GIUGNO 2022

In Comunione con il nostro Arcivescovo Giovanni Accolla
In un incontro arricchente con il nostro Arcivescovo Giovanni Accolla
ho potuto cogliere la sua profonda Paternità e stima verso il lavoro e l’impegno della nostra Parrocchia, chiamati, nel nostro Ministero, ad  essere strumenti di comunione che va oltre il tessuto ecclesiale della nostra Parrocchia.
Sento di ribadire, affinchè non venga strumentalizzato l’intervento delicato e forte che vi ho rivolto con profonda paternità, la necessità di guardare ad obbiettivi più coerenti di fraternità ecclesiale, di servizio ministeriale e di responsabilità civile.
La comunità ecclesiale, al di là della memoria di fatti accaduti, è chiamata ad essere testimone annunciatrice di comunione sociale nella verità e nella trasparenza, e con l’audacia di evitare la recidiva di percorsi poco edificanti per tutti.
Ciò premesso, ritengo opportuno sollecitare ancora la responsabilità civica di ogni cittadino, che sa di vivere la sua vita in una collettività che guardi al bene comune, nella massima libertà delle scelte personali, ma ribadisco, col senso di responsabilità e del bene comune.
Auguro insieme al nostro Arcivescovo, a tutti i membri della Comunità ecclesiale ed a tutti coloro che si fanno attenti a questo appello, un gioioso ed attento futuro per tutta la comunità.


In Comunione con il nostro Arcivescovo Giovanni Accolla
  Comunità dei Santi Ugo Basilio Marco 2 Giugno
2022                    

                                        P. Mario Salvatore Oliva



 scarica il documento

NEL MONDO AVETE TRIBOLAZIONI, MA ABBIATE CORAGGIO: IO HO VINTO IL MONDO!

PENTECOSTE!!! ...UN VENTO IMPETUOSO CHE CI SCARAVENTA FUORI
Avanza il tempo, ma non quello incerto dei nostri giorni, ma quello di un “Fuoco” che arde nel cuore, di una terra che incendiata dalla Resurrezione
non si arrende agli uragani che devastano la terra.
Un fuoco spinto da un “Vento impetuoso e gagliardo” che apre le porte verso fuori…

è il primo vento che si muove dall’interno scaraventandoci fuori delle nostre porte blindate, dove vivono al sicuro le nostre paure, le nostre mascherine, che più a proteggerci da un contagio, sono il racconto delle nostre chiusure, delle nostre ansie, del nostro abitare dentro un mondo ristretto e chiuso dove ci rifiutiamo di uscire la testa per scorgere fuori, che poi, non è proprio come ci hanno raccontano: all’orizzonte c’è un arcobaleno che indica il placarsi della tempesta e una colomba viene a portarci un ramoscello di ulivo, olio di letizia e di forza. (Gen 8)
Un vento che ci catapulta fuori, verso gli uragani, verso questo mondo infame, verso i pericoli cosi devastanti che distruggono senza pietà.
E’ Lo Spirito di Fuoco che brucia le nostre falsità e ci fa capaci di divampare questo mondo:
“Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c'è Legge” (Gal 5,22-23).

“Amare” fino alla follia, non possiamo mantenere le distanze da chi è infetto, anche perchè tutti portiamo le nostre fragilità, tutti siamo portatori di virus, nessuno è perfetto, tutti siamo invasi da batteri che  sono parte di una creazione che si consuma, solo quando distruggiamo queste distanze, gli anticorpi dei nostri gesti, ci rendono forti, e capaci di avvicinarci all’altro per tendere la mano, e di generare
la “Gioia”, nessun animo triste può avere la capacità di creare. La tristezza, ci chiude dentro, abbassa le nostre difese immunitarie, la nostra capacità di dare, di spenderci;  ci rende lamentosi,  ci rende depressi. La gioia, invece, contagia come quella di un sorriso che nella sua gratuità dissolve le tristezze e costruisce
la “Pace”, che non è l’assenza di guerre, che non è un contratto firmato da popoli, né la soluzione trovata nei nostri condizionatori spenti, ma scende dell’alto, ci rende sereni dentro le tempeste del mondo: nessuno ce la può togliere, poichè non viene da fuori ma dal di dentro, ne le frecce infuocate del maligno (Ef 6,16) possono annientarla e convincere che
la “Magnanimità” non serve a nulla, che la nostra generosità, il nostro donarci, il nostro metterci dalla parte degli indifesi è tempo perso, che tutti quelli che si donano hanno sempre fatto una brutta fine. Come il chicco che muore (Gv 12,24), ci consumiamo per diventare parte della creazione,
nella “Benevolenza” donandoci senza misura, senza pensare più a noi stessi, pronti anche a perdere la vita perché abbiamo a cuore non la nostra pelle ma la dignità dell’altro, come la Dottoressa Erminia Maria Ferrari, sotto audizione disciplinare per aver disobbedito dinanzi a certe dittature sanitarie, che con attenzione verso l’uomo e non verso i profitti eleva
la “Bontà” dell’animo e non del successo, che dà Luce a tanti cuori, che con immensa umanità, nella notte che ci avvolge, rimangono saldi e irremovibili davanti a certi ricatti,
 “Fedeli” ai valori della vita, non cedendo ai compromessi, fuggendo da ogni egoismo e da ogni paura. Siamo chiamati a custodire la serenità pronti a resistere, fedeli alla parola, fedeli all’obbiezione di coscienza, alla disobbedienza civile, fedeli a questo fuoco che divampa. “Se sia giusto dinanzi a Dio obbedire a voi invece che a Dio, giudicatelo voi. Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato” (Atti 4,19-20). Non con l’arroganza ma cambieremo il mondo con
la “Mitezza”
che è la nostra forza, non quella prepotente delle armi, delle forze economiche ma quella semplice dei piccoli, degli umili, di quella mitezza di Don Pino Puglisi, che mentre viene sparato alla nuca è stato capace di donare il sorriso che disarma e colpisce, più di quel colpo di morte. Come Agnelli in mezzo ai lupi, senza borsa e ne bisaccia, (Lc 10), senza programmi e lettere pastorali da capogiro, ma  piuttosto armati di
“Dominio di se”, piantati dentro una certezza: “Gesù ha vinto il mondo!!!” (Gv 16,33), e pertanto non temiamo più nulla, liberi di uscire fuori, liberi di camminare, liberi di dissentire, liberi di difendere l’uomo: nessuno può contaminare la nostra libertà. Ci possono sbarrare le porte ma non possono chiudere il cuore; possono bloccarci i conti ma non possono resettare le nostre convinzioni; possono eliminarci ma una traccia di seme gli sfuggirà ancora; possono metterci alle spalle al muro ma la nostra anima vola libera, anche nei bunker come quello di Massimiliano Kolbe, come quello del Dottor Montanari, di De donno e di tutti  i guerrieri della Luce che incendiano il mondo di luce di Spirito Santo.
Lo Spirito, vento impetuoso, non dia pace ai nostri sogni tranquilli, distrugga i catini dove spesso laviamo le nostre mani!!!
L’Augurio di una Pentecoste che ci raggiunge, come dice dono Tonino per degli auguri di Natale,
ci dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza spinte verticali e ci conceda
di inventarci una vita carica di donazione, di preghiera, di silenzio, di coraggio!!!
Auguri per un vento impetuoso che soffi e ci scaraventi fuori dalla nostra Paura!!!



      San Marco 1 Giugno 2022                                       P. Mario Salvatore Oliva

 scarica il documento

PROSSIME ELEZIONI AMMINISTRATIVE DEL 12 GIUGNO 2022

UN MONDO PIU’ UMANO E’ POSSIBILE!!!
    Dinanzi agli eventi che segnano il futuro della nostra Parrocchia e del nostro territorio Parrocchiale in occasione delle prossime votazioni della nuova Amministrazione Comunale, sento fortemente la responsabilità di far sentire i miei sentimenti Paterni verso ognuno di voi: l’omertà, l’ipocrisia, la paura che spesso ci sovrasta, ci rendono complici del nostro futuro: non possiamo delegare ad altri le nostre responsabilità e né poi cercare scampo nella giustificazione ipocrita di non essere stati a conoscenza di certe realtà. Proprio questo mi spinge a scrivervi, con il cuore in mano prendendo coscienza della realtà precaria e di sopravvivenza delle nostre frazioni: a pagare il prezzo più alto, di tanta vendetta, non sono proprio io (per quanto mi aspetto di tutto sul mio conto). Se non ci sarà cambiamento su questa traiettoria, tracciata senza pietà, ci toccherà l’amarezza di vedere le mucche e i maiali, che per ora pascolano incustodite nelle nostre frazioni a farlo anche dentro le nostre Chiese, abbandonate e distrutte, nel pericolo evidente di trovarvi ridotti ai minini termini e estinguervi senza speranza, che S. Ugo che ama la sua terra, e l’ha benedetta con la sua santità, ci mostri ancora tutto il suo amore!!!.
Faccio miei i sentimenti dell’Apostolo Paolo: “soltanto poteste sopportare un po' di follia da parte mia! Ma, certo, voi mi sopportate. Io provo infatti per voi una specie di gelosia divina: vi ho promessi infatti a un unico sposo, per presentarvi a Cristo come vergine casta. Temo però che, come il serpente con la sua malizia sedusse Eva, così i vostri pensieri vengano in qualche modo traviati dalla loro semplicità e purezza” 2Corinzi 11,1-3.
Certo qualcuno sorpreso possa giudicare inopportune le mie parole e fuori luogo, come è successo a Don Tonino Bello a “Samarcanda” di Michele Santoro, quando, attaccato dal giornalista Mario Cervi sulle questioni della guerra del Golfo e sull’obiezione di coscienza militare, chiedeva di cosa dovesse occuparsi un vescovo, se del numero di candele sull’altare o della dignità dell’uomo messa a repentaglio da politiche scellerate.
Non posso dunque tacere dinanzi a tanta “inumanità”: calpestati, denigrati da sistemi di potere che sopravvivono seminando paura, con il linguaggio del ricatto, di compromessi nascosti e favoritismi evidenti dove se ti sottometti puoi fare tutto, anche l’abusivismo più spietato, se osi opporti vieni messo sotto tortura finchè non sparisci.
Quante volte, molti di voi, e anche chi mi collabora, spinto dal desiderio buono di proteggermi, mi invita alla rassegnazione, evidenziando che la morale, e i discorsi di Gesù poco aiutano alla sopravvivenza anzi ti espongono al pericolo e ti gettano nei guai. Vi ho spronato dal primo giorno, e non mi stancherò di farlo, con numerose lettere e anche con la mia testimonianza, ad avere il coraggio di opporci a questa logica che uccide e calpesta: lo sappiamo bene che la nostra gente è dovuta emigrare non solo per un pezzo di pane ma anche per un forte desiderio di libertà e di dignità, lo sappiamo tutti, anche se ce lo diciamo dietro le quinte, che se non ti sottometti a certi sistemi, la vita dalla nostre parti diventa invivibile!!!
Quanto brucia e ferisce questa realtà, non solo perchè lo tiro fuori dalle vostre tante vicende, che mi confidate con le lacrime agli occhi e le cicatrici profonde delle vostre delusioni, in questo quinquennio, lo rivela la storia triste di una sete di vendetta inflitta alla nostra Parrocchia. Non dobbiamo più tacere! Dobbiamo avere il coraggio di elevare in questo momento, così colmo di tante incertezze sul nostro futuro, un parola colma di “UMANITA’”. “Privilegiate l’uomo più che la pietra”, più che le opere materiali. Ricostruire l’uomo vale infinitamente più che costruirgli la casa” (Don Tonino Bello).
E’ infatti la dignità umana che viene calpestata con orrore, con atteggiamenti vergognosi, vendicativi, senza rispetto della Fede, della Chiesa e dei suoi Ministri. In questo degrado di valori, mai avremmo pensato che si potesse arrivare fino a tanto e fino alla follia, pur di eliminare e distruggere una Parrocchia, per il solo fatto che non si è piegata alle minacce, ai ricatti, alle intimazioni, alle vendette, e infine, ad una denuncia terrificante verso una Parrocchia che si spende con amore e passione per queste frazioni, l’unica ad animare tanta vita sociale nel periodo estivo.
Non è stato nel nostro stile non riconoscere e non rispettare le Amministrazioni, rimanendo imparziali da ogni ideologia politica. Consideriamo lodevoli e benediciamo quanti hanno desideri di bene verso il senso civico, nella libertà delle proprie inclinazioni, qualunque esse siano, rimanendo liberi da ogni compromesso. Nell’estate del 2016,durante la Festa di S. Basilio, avevamo colto i sentori di un atteggiamento ostile verso le nostre manifestazioni. Sorpresi per la  presenza di un ristoratore che, metteva in difficoltà il sostentamento delle nostre attività, che si svolgono in piccoli territori precari, e poveri di risorse, siamo stati richiamati dall’Amministrazione, sul palco della piazza, al senso del rispetto della legge, giudicando illecita la richiesta di una sensibilità umana a sostegno del nostro faticoso impegno, (Palco che, senza il rispetto delle nostre manifestazioni, è stato usato per calpestare la dignità del paese intero, quando per la precarietà di acqua si rimproverava il paese, con parole volgari, di usarla per irrigare gli orti e non per lavarsi). Con umiltà e senza presunzione, anche per calmare gli animi, abbiamo seguito la prassi legislativa, avallando la richiesta dell’esclusiva, non abbiamo fino ad oggi ricevuto nessun riscontro, piuttosto quella di vedere, nell’ultima Festa della Nocciola, un ristoratore che veniva accompagnato dall’Amministrazione Comunale per riservargli l’uso del suolo pubblico.
L’ostilità si è fatta comunque chiara quando il Consiglio Pastorale della Comunità di S. Basilio, nel Marzo del 2019, ha scelto di installare un dissuasore all’ingresso della Piazzetta della Chiesa, per porre fine ad una situazione degenerata, di uso improprio e ineducato di alcune famiglie, a parcheggio privato. A suo tempo P. Paolo Impalà, anche Lui esasperato dalla situazione, negli anni 90 aveva installato un cancello, che ho rimosso, con grande errore, non condividendo il segnale di chiusura verso la nostra Chiesa. E’ evidente che, se si giunge ad una scelta così drastica, è perché ci siamo accorti, dinanzi ad atteggiamenti di particolare ineducazione e di arroganza, apparsi sui social, dove siamo stati diffamati di simonia, del pericolo di perdere un bene ecclesiale, che va invece, con mia responsabilità, tutelato senza permettere a nessuno di essere calpestato e usato come bene privato. Con l’installazione di un dissuasore il nostro intento non era quello di impedire l’ingresso ma di non permettere tale abuso e riconsegnare il sagrato alla Comunità tutta. La scelta è stata subito protocollata all’Amministrazione, anche se non ne avevamo nessun obbligo, solo per un gesto umano di collaborazione, esprimendo la totale disponibilità, consegnando a quanti addetti alla raccolta differenziata il telecomando per l’accesso, riconsegnatoci subito dopo dietro ordine imposto e ripreso in un secondo tempo  quando sono stati liberati da tali condizioni. Da questa vicenda, una collaboratrice della Parrocchia, ha ricevuto una telefonata intimidatoria da parte dell’Amministrazione Comunale. Nonostante siano stati invitati a contattarmi per un chiarimento insieme al Consiglio Pastorale, con atteggiamento arrogante e ineducato nei confronti delle nostre Comunità, siamo stati invitati a rimuoverlo, pena la rimozione forzata. In quei giorni ho subito un grave incidente, mentre lavoravo per le nostre Comunità, ricoverato a Palermo ho dovuto affrontare un delicato intervento per recuperare il dito della mano sinistra troncato dalla troncatrice. L’intimazione giunta sul letto dell’ospedale, firmata dall’Amministrazione Comunale, rivela la più grande disumanità, ferita profonda alla nostra Parrocchia. Quegli atteggiamenti sensibili e umani, che animano questi momenti, sono arrivati invece solo da Salvatore Bartolotta, oggi candidato nella 1 Lista che, nonostante stava subendo un intervento delicato al rene a Pisa, per una situazione molto più grave della mia, ha avuto la delicatezza di un gesto veramente umano, libero da ogni fine e interesse, che mai potrò dimenticare, verso i miei confronti e tutta la Parrocchia, riconoscendo il nostro impegno e il nostro lavoro.
A questa intimazione, ne è seguita un’altra, non considerando per nulla la risposta della Curia di Messina, che certamente non poteva non attendersi, dinanzi ad una rivendicazione di proprietà di territorio Parrocchiale, senza nessun fondamento giuridico, ma appellandosi alla realizzazione di una pavimentazione, fatta con fondi amministrativi, (Non riusciamo a trovare la normativa, che riconosce il passaggio di proprietà di un bene Ecclesiale all’Ente Amministrativo solo per il fatto di aver finanziato un intervento), al passaggio della rete fogniaria, e al servizio dell’illuminazione pubblica. (L’illuminazione successivamente è stata interrotta comunicandoci il pericolo dei rami che la ostruivano: l’intervento, effettuato tempestivamente e comunicato all’Amministrazione, fino ad oggi, non ha avuto nessun riscontro della ripresa del servizio donato alla Comunità, proprio comprendendo il gesto, il Consiglio Pastorale ha scelto di inaugurare, nella prossima Festa di S. Basilio, la nuova Illuminazione in ricordo di Francesco Calcagno deceduto così giovane nella nostra Comunità).
Dopo questa vicenda incresciosa sono seguite numerose persecuzioni, che miravano principalmente alla rimozione del mio incarico presso la nostra Parrocchia. E’ chiaro ed evidente che a pagare il prezzo alto è la Comunità Parrocchiale, poichè personalmente ed egoisticamente potrei trovare beneficio nell’avvicinarmi ai miei Genitori anziani.
Durante l’avviamento per l’inizio dei lavori sulla Chiesa di Badiavecchia, seguiti dall’Amministrazione Comunale si sono dimostrati totali e unici esecutori e responsabili, non tenendo conto della responsabilità del Legale rappresentante della Parrocchia a tal punto che il Giovedì Santo mattina avevano decretato, senza nessun riscontro, di fare un sopralluogo, inconsiderevoli della mia assenza giustificata, in quanto tutti i Sacerdoti siamo impegnati per la Celebrazione Crismale con il nostro Arcivescovo. (Ci è pervenuto, non a me ma ai miei collaboratori, l’ordine di aprire la Chiesa: con mia sorpresa, fino ad oggi non ho avuto mai nessun riscontro personale e diretto con l’Amministrazione). E’ terrificante quello che ho potuto trarre, dalle telecamere della video sorveglianza delle nostre Chiese, (Autorizzate dalla Curia Arcivescovile di Messina con documento accessibile nell’archivio parrocchiale), parole volgari, denigratorie sul mio conto. Sono stato dichiarato incapace di intendere e volere, nonostante qualcuno tra i presenti, con altrettanto volgarità, invitava a controllarsi per non mettere tutta l’Amministrazione in pericolo, soprattutto i responsabili dei lavori. Consegnata la Chiesa era evidente la grande sete di Vendetta, quando, i Responsabili della Soprintendenza delle belle Arti, venivano incitati a relazionare gli interventi fatti nella nostra Chiesa. In un altro sopralluogo da parte della Soprintendenza delle belle Arti, durante i lavori, dove non siamo stati nemmeno interpellati, ci siamo accorti dalla Telecamera, che venivano incitati a denunciarci; giustamente, i responsabili dell’Ente della Soprintendenza, facevano notare l’ampio spettro delle responsabilità Amministrative sul territorio.
Nel Luglio 2019, durante la Festa di S. Basilio, la presenza dell’Amministrazione ha cercato con ogni mezzo di provocare gli animi e creare la divisione a discapito della nostra Comunità, non contenti per non esserci riusciti per il loro diniego dello scambio di pace nella Celebrazione, hanno tentato durante tutta la Processione e non soddisfatti, nella piazza, dove la provocazione è degenerata, ci sono riusciti in parte con alcuni, ma l’intenzione era piuttosto quella di provocare la mia persona. Disgustati della mia resistenza, con vilipendio verso il mio Ministero e del luogo sacro della Chiesa, un rappresentante dell’Amministrazione si è precipitato in Chiesa interrompendo il mio discorso, e denigrando il mio ministero, mi ha invitato ad uscire fuori, cosa che non ho fatto, definendo la nostra Comunità un ambiente mafioso. Ho dovuto allontanarmi, quando invitato da alcuni  a  scusarsi, rientrando in Chiesa si è rivolto inveendo nei miei confronti, non lo più rivisto da allora.
Con enorme perplessità su come si stavano svolgendo gli interventi sulla Chiesa di Badiavecchia, e non ricevendo riscontro dai responsabili, abbiamo chiamato in causa l’Ufficio Tecnico della Curia.  Il mio Confratello e compagno di Seminario, P. Giovanni Scimone, si è precipitato per un sopralluogo. Con disgusto, per il gesto fatto e la cattiveria vendicativa sul nostro operato, è stato sviato dagli interventi della Chiesa e accompagnato, a mia insaputa, verso le nostre Comunità, diffamando i miei interventi fatti nelle Comunità e accusandomi di abusivismo (Chiedo a tutti voi una chiarificazione, poichè faccio fatica a trovare un nesso logico, quando,  camminando da S. Marco, passando da Badiavecchia per giungere a S. Basilio, mi sembra strano  che la Legge permette delle eccezioni, oppure piuttosto, c’è qualcosa che non torna a chi non si piega alle loro volontà). E’ rimasto perplesso P. Giovanni cogliendo subito la situazione, in quanto nell’Arcivescovado era già piombata l’Amministrazione per diffamarmi e chiedere pertanto la mia rimozione. A Gennaio, infatti, era venuto il Vescovo Mons Cesare Di Pietro, costatando la non veridicità, grave, di quanto era stato riferito sul nostro operato, cogliendo la straordinaria partecipazione, la testimonianza preziosa della fede di Orietta nel letto della sua malattia, della nostra accoglienza e lavoro svolto: quella sera una grande festa e una bella fraternità abbiamo vissuto nei locali di S. Basilio.
La loro sete di vendetta purtroppo li incitava ad ogni azione, in quanto non produceva il risultato desiderato, tanto che, senza dignità dei nostri fratelli defunti e rispetto della loro umanità, sono giunti a dissacrare le tristi vicende della vita, diffamandomi in un articolo della Gazzetta del Sud. Non contenti, durante la Pandemia, hanno cercato di tutto per cogliermi in fallo, inviando per ben due volte, i Carabinieri: la prima volta durante la Celebrazione della Domenica delle Palme per un sopralluogo, trovandoci in regola secondo le norme amministrative; la seconda, mentre Orietta spirava, in quanto in una diretta streaming Katia Giamboi non aveva messo la mascherina. Il Maresciallo mortificato, si scusava di tali gesti, ma vista la situazione di emergenza, non poteva respingere le segnalazioni che provenivano dall’Amministrazione. Noi disorientati più di Lui di una disumanità sconvolgente, sia per il momento tragico della perdita di Orietta e sia per la nostra Katia che veniva usata senza nessuna delicatezza verso la sua Malattia: si può arrivare fino a tanto? (Siamo riconoscenti della loro vicinanza e del loro sostegno in questi momenti di particolare sofferenza, siamo inoltre riconoscenti della loro presenza nell’accogliere il nostro Arcivescovo nei due grandi Eventi, di Orietta e dell’inaugurazione della Chiesa di Badiavecchia).
Da li a poco è seguito il sopralluogo da parte della Polizia Municipale, sul mio conto, in riferimento ai lavori di Badiavecchia, disgustato per il gesto di mancanza di totale rispetto, di delicatezza verso il mio Ministero, senza nessuna certificazione, venivo trattato come un delinquente. Ho dovuto far notare, ai responsabili dei Lavori, della drammaticità degli eventi, in quanto piuttosto di controllare i lavori, che evidenziavano molte perplessità, si sceglieva piuttosto di controllare un Parroco per intimarlo a tacere e per eliminarlo con il terrore: infondo il loro linguaggio funziona così con chi non si sottomette. La follia di una vendetta evidentemente gli fa sfuggire l’evidenza inconfutabile di dichiarare senza nessun rispetto che la legge non è più uguale per tutti e punisce severamente chi osa appellarsi a questa Amministrazione. All’inizio di questa Amministrazione pensavamo che erano sensibili verso il nostro impegno faticoso per il bene della Comunità, erano in sintonia con il nostro lavoro e non vedevano nulla di strano, ora ad un tratto vedono quello che prima non vedevano e ciò che dovrebbero vedere, con responsabilità, lo ignorano per i loro tornaconti: strano ma vero! Nonna Angela Buemi di S. Basilio, qualche giorno prima di morire, mi raccontava che tornando dalla Svizzera, per non diventare schiava di certi favoritismi, ha dovuto con fermezza liberarsi da questa logica che calpestava la sua libertà, non vendendosi e svendendosi a nessuno e solo confidando nei suoi sacrifici era felice di aver vissuto una vita piena di soddisfazioni ricca di vere amicizie che le sono state affianco fino alla fine.
L’ultimo gesto di una degenerazione totale è stata quella della Denuncia depositata alla Caserma dei Carabinieri a fine Maggio del 2020 comunicatami nel giorno della Messa Crismale, che quell’anno fu Celebrata nella settimana di Pentecoste, (saranno coincidenze, per me sono segni che scendono dal Cielo per indicarci la certezza della forza di chi crede nella Luce: “La luce è venuta nel mondo e le tenebre non l’hanno vinta” Giovanni 1). I reati su cui sono stato denunciato sono: “violazioni di domicilio, invasioni di terreni o edificio, turbativa violenta del possesso di cose immobili, danneggiamento”. Dinanzi a questo gesto così assurdo non è tardata la Paternità del nostro Arcivescovo Mons Giovanni Accolla che da mesi cercava di sostenerci in tutti i modi, e venendoci a trovare agli inizi di Giugno a S. Basilio, con ammirazione ha colto il sostegno numeroso delle tre Comunità al proprio Parroco e all’intera Comunità. Numerosi rappresentanti delle nostre tre Comunità sono rimasti in Chiesa per più di tre ore a testimonianza di quel bene che in questi anni è stato svolto nella nostra Parrocchia, consegnando all’Arcivescovo una ricca e intensa lettera di quanto abbiamo realizzato in tutti questi anni. Il nostro Arcivescovo, dandoci coraggio, ha subito colto la gravità di così tanta persecuzione. Gli siamo grati per il sostegno, per la vicinanza, per l’amore dimostratoci, avendo colto la preziosa Testimonianza di Orietta nel Celebrare i suo Funerali, tornando a Settembre, e poi ad Ottobre dello scorso anno per inaugurare la Chiesa di Badiavecchia, dopo i terrificanti eventi che hanno accompagnato il restauro.
Ci teniamo infine mettere in evidenza che alla riconsegna della Chiesa, avvenuta alla fine del 2020, come avevamo percepito bene in precedenza, (Perplessità evidenziate nella dichiarazione di consegna della Chiesa a conclusione dei lavori che si sono rifiutati di firmare) si sono verificate delle infiltrazioni di acqua dal tetto nuovo, in quanto tra le due campate non è stata posta nessuna guaina di protezione, (Nessuno controllava, ad essere controllati eravamo solo noi).
Durante l’Estate del 2020 inoltre siamo stati invitati a liberare le aule delle Scuole dove tenevamo alcuni beni delle nostre Comunità, l’intento però finale era buttarci fuori dall’Oasi Perfetta Letizia di Badiavecchia, lì hanno trovato non poche difficoltà, grazie al nostro Arcivescovo che ha messo in evidenza il loro abuso, essendo una costruzione dove non possono vantare nessuna proprietà, realizzata sul territorio di proprietà della Chiesa come evidenzia un documento storico conservato in archivio.
Comprendete il motivo delle mie parole, non possiamo e ne dobbiamo dare voce ai sentimenti umani della paura, né a quella delle conseguenze che potremmo subire a causa di Cristo e della nostra Fede, è in gioco la nostra coerenza, la mia credibilità nell’annunciare il mistero di Dio che si è fatto uomo e che ha ricolmato la nostra umanità della sua presenza: chi calpesta l’uomo calpesta Dio stesso.
Non possiamo stare in silenzio dinanzi alla paura che circonda i nostri territori, alla libertà calpestata, ai favoritismi che opprimono e rendono schiavi: quando riusciremo a liberarci da questo vortice di morte che ci sta annientando e che ci ha fatto fuggire dalle nostre terre? Quando avremo il coraggio di scegliere liberamente, dinanzi ai valori della dignità dell’uomo, del rispetto, del bene comune e non con la paura di subire cosi tanto male? Noi tutti siamo responsabili!!!
E’ questo senso umano, che non deve sfuggirci, la dignità dell’uomo non deve essere calpestata, ed è questo messaggio che desidero che tocchi il cuore di quanti si sono candidati, c’è sempre tempo per accogliere la conversione, ci si può ravvedere prendendo coscienza della gravità dei gesti, non possiamo però vivere nell’utopia, la realtà di quanto noi speriamo vive solo nell’attesa di quanto ancora non percepiamo. La nostra Parrocchia è aperta alla Riconciliazione, ma solo quando questa si realizza nella verità e nel desiderio di un autentico cambiamento, senza queste fondamenta nessuna riconciliazione può chiamarsi tale, forse piuttosto una atteggiamento buonista, dove il placarsi di un fuoco che arde lascia sotto la cenere i carboni ardenti di una sofferenza e di lacerazioni non risanate: non si getta il pane per strada; non si può cercare ciò che non risulta esistere!!! Non si chiude il cuore a quanti, con umiltà e riconoscenza del male che hanno generato verso tutto il nostro territorio, sanno chiedere perdono, non perché noi lo chiediamo o lo pretendiamo, ma perchè nasce spontaneo in chi sa scorgere la luce, e sa comprendere il valore alto del bene che eleva e non annienta.
A tutti pertanto la responsabilità di questi preziosi eventi. A quanti si sono candidati manifestiamo gli Auguri di un quinquennio di UMANITA’ VERA, Gesù ci liberi dalle frecce infuocate del maligno, dissolva quanti non si danno pace finché non abbiamo pagato il prezzo dei loro misfatti e tracci un futuro gravido di bene di unità, così lacerata da tanto odio seminato, da tanta umanità calpestata: non abbiamo solo bisogno di opere ma di vera umanità che in questi tempi è stata molto denigrata a causa di una dittatura sanitaria imposta attraverso un ricatto, lacerando la nostra libertà di scelta.
 
           Comunità dei Santi Ugo Basilio Marco 25 Maggio 2022                     P. Mario Salvatore Oliva

 scarica il documento