Epistolario



BUON ANNO LITURGICO!!! ... decideremo noi da che parte stare

Chiedi a Lui il regalo più bello, che faccia battere il Suo Cuore dentro al tuo, per sentire vibrare la Vita
E’ Facile rinchiudere un’espressione di fede dentro i binari di un rigo da imparare a memoria, banale poi concretizzarla con i colori affascinanti, poetici, capaci di grandi emozioni sterili, ma unici, di una tradizione che a tutti i costi vuole definirsi cristiana, bigotta quando si riveste di volti che, contorti di sdolcinismo poetico, si muovono a ritmo lento su due gambe piantate per terra e immobili...
E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria!!! (Gv 1,14).

    ...è’ un terremoto su tutta la storia della nostra umanità, più grande di noi, così irraggiungibile alle nostre capacità mentali, ha stravolto ogni religione, compresa la nostra. Una sentenza, appena qualche giorno prima, nel Kairos della storia, è stata pronunciata dalle labbra, sbavate di odio, dal Sommo Sacerdote Caifa, incisa per sempre nei nostri cuori pietrificati dalla paura, per schiarire ogni dubbio e aprire uno squarcio di luce per quelli che desiderano entrare nella Vita: “Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!” (Gv 11,50).
E’ Giovanni che tra i primi ne ha afferrato tutta la sua pienezza: “Uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate” (Gv 19,33-35). Paolo poi, per chi ancora fa fatica a comprendere lo dice chiaramente: “Pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e, ciascuno per la sua parte, siamo membra gli uni degli altri” (Rm 12,5). E continua Giovanni nella sua Lettera: “Noi abbiamo conosciuto e creduto l'amore che Dio ha in noi. Dio è amore; chi rimane nell'amore rimane in Dio e Dio rimane in lui” (1Gv,4,16), e Giacomo nel suo fermo discorso: “Religione pura e senza macchia davanti a Dio Padre è questa: visitare gli orfani e le vedove nelle sofferenze e non lasciarsi contaminare da questo mondo” (Gc 1,27).

L’egoismo, l’individualismo sono le cellule tumorali della Chiesa che colpiscono il Corpo Mistico di Cristo:
siamo sue membra e in queste membra l’altro non è un di più,
l’altro non è uno solo da servire, l’altro non è uno che mi serve,
l’altro non è un nemico da evitare e da scartare: l’altro è parte di quella Vita meravigliosa
che Dio ha effuso nell’universo, e nella Resurrezione di Gesù ha unito a se per sempre.

La cecità dell’egoismo ci impedisce di vedere chi ha fame,
la sordità dei nostri pregiudizi ci impedisce di ascoltare il grido di chi ha sete,
la nostra smania di possedere rende sempre più nudi quanti hanno perso ogni dignità,
i nostri limitati confini blindati non permettono agli stranieri di entrare nella nostra vita,
le nostre paure ci hanno resi incapaci di sentire le sofferenze di chi ci vive accanto,
e le nostre sentenze ci hanno impedito di solcare le sbarre dei carcerati dei nostri tempi.  

QUANDO MAI SIGNORE TI ABBIAMO VISTO???
    ...questo è il dramma del nostro egocentrismo esasperato, il dramma che costruisce le siepi del piccolo e confinato mondo in cui viviamo, è proprio perché ciechi non vediamo la fame dei nostri tempi, fame di pane, molto di più, fame d’amore. “Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: "Noi vediamo", il vostro peccato rimane” (Gv9,41).
    ...è il dramma dell’aridità che ci gira intorno. Nelle nostre “cisterne piene di crepe” abbiamo messo culture, attestati di laurea, bagagli culturali di grandi esperienze, curriculum che fanno una bella figura alla storia e alle nostre carriere, ma saziano solo la nostra vanagloria, otturano le nostre orecchie non facendoci sentire la sete di chi bussa per chiedere acqua che fa fiorire i deserti dell’ingiustizia e dell’emarginazione, dei poveri lasciati ai margini e degli esclusi che non possono permettersi di pagare la nostra smania di cultura e di dote. “Due sono le colpe che ha commesso il mio popolo: ha abbandonato me, sorgente di acqua viva, e si è scavato cisterne, cisterne piene di crepe, che non trattengono l'acqua” (Ger 2,13).
    ...è’ il dramma  dei nostri pregiudizi facili sui migranti e le loro sorti. “Ipocriti e sepolcri imbiancati”, soddisfatti per la scorta affidata agli ebrei alziamo le nostre bandiere in difesa della patria e dei nostri confini, e a pochi Km, nel silenzio totale e complice di tutti noi, c’è chi viene gettato in mare e chi viene destinato al mercato assurdo dei trapianti di organi. “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all'esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume. Così anche voi: all'esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità (Mt23,27-28).
    ...è’ il dramma dei nostri guardaroba, dei nostri vestiti all’ultima moda, dei nostri migliori capi firmati, dei nostri lifting a cui diamo il potere di mascherare l’identità invecchiata che ci portiamo dentro, nell’illusione solo di apparire. Colmi di vestiti siamo incapaci di dare un vestito a questo mondo infame, il vestito della coerenza, della trasparenza, della limpidezza dei gesti, della sincerità, della purezza dell’animo, dei gesti gentili e attenti: “Io detesto il ripudio, dice il Signore, Dio d'Israele, e chi copre d'iniquità la propria veste, dice il Signore degli eserciti. Custodite dunque il vostro soffio vitale e non siate infedeli” (Ml 2,16).
    ...è il dramma dei nostri ospedali freddi, dove quello che appare non è il grido delle nostre sofferenze ma il prezziario dei nostri guadagni e le convenienze delle nostre eredità. Al letto di chi soffre, “c’è l’occhio di chi vide e passa oltre” e chi si ferma è solo il becchino di turno, il medico con il conto in mano e il notaio pronto a spartire l’eredità, e in più, un immensa solitudine che spezza e annulla, e noi a fare il tifo a tutte le marce che sfilano nelle strade dei nostri deserti gridando a Pilato l’approvazione della condanna a morte, quella dell’eutanasia, cosi la facciamo finita una volta per tutte di lasciarci torturare da questi audiovisivi (Don Tonino Bello), ...quella dello scarto degli embrioni l’abbiamo già ottenuta da tempo: “Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?". Quello rispose: "Chi ha avuto compassione di lui". Gesù gli disse: "Va' e anche tu fa' così" (Lc 10,36-37).
    ...è il dramma delle nostre condanne facili che ti sbattono dentro i carceri ideologici moderni, costruiti ad hoc, spiazzato nel web ci rimani per sempre, e se sei divorziato risposato, attento a lasciarti beccare da un prete. Non c’è riscatto, ne armistizio, scartato da tutti, guardato con sospetto dalle fessure dei nostri spionaggi, lo abbiamo “marchiato sulla mano destra e sulla fronte”, e siamo complici con le nostre mani chiuse, con le nostre porte chiuse in faccia, con le nostre mani pulite e lavate davanti a tutti. Ma non tutti si lasciano marchiare! Sono quelli del mattino di Pasqua segnati dallo Spirito Santo. “Essa fa sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi, ricevano un marchio sulla mano destra o sulla fronte, e che nessuno possa comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome. Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: è infatti un numero di uomo, e il suo numero è seicentosessantasei” (Ap 13, 16-18).

L’AVETE FATTO A ME!!!         Non è l’ultima scoperta della nostra storia
                    ma è l’unico Documento che attesterà che noi siamo Cristiani:

 in faccia alle nostre Liturgie sterili impeccabili, in faccia ai nostri corredi ben curati
                            dei nostri rocchetti e delle nostre talari ben stirate;
in faccia ai nostri titoli di monsignori e arcipreti;
in faccia ai nostri bei discorsi e bei corsi di prima, seconda e terza comunione,
        fatte solo perché ogni occasione è buona per festeggiare e ostentare le nostre capacità;
in faccia alle nostre carriere, e alle Parrocchie che abbiamo guidato,
                            affidate in base al nostro curriculum;
in faccia ai nostri natali impeccabili di regali, zampogne, novene e presepi;
in faccia alle nostre collezioni di rosari, e alle candele votive offerte;
in faccia ai nostri pellegrinaggi da 1000 Km con l’attestato di autenticità…
... se non avessi la carità, sarei come bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita (1Cor 13,1).


Sta per arrivare Carnevale, no scusate Natale, attenti ai Lupi rivestiti d’Agnello (M7 7,15)…
Siamo tutti buoni, ma cosa c’è sotto il muschio del nostro presepe?
Dietro il sipario dei nostri regali, sotto il tavolo dei nostri cenoni? Non l’Avete Fatto a me!!!
A Betlemme è nato l’Amore, l’Emmanuele Dio con noi!!!
Chiedi a Lui il regalo più bello, che faccia battere il Suo Cuore dentro al tuo, per sentire vibrare la Vita e diventare così Pane che nutre, acqua che disseta, vestito che dia dignità a chi l’ha perduta, e così sciolta la lingua del forestiero, del malato e del peccatore, far risuonare nella notte il canto degli Angeli:  
Hai mutato il mio lamento in danza, mi hai tolto l'abito di sacco, mi hai rivestito di gioia! (Sal 30,12)
Annuncio che ci guiderà nella notte verso Lui.
Tutti gli altri regali, il 7 gennaio, staccata la spina, tornano nel ripostiglio dei nostri depositi,
in attesa del prossimo Carnevale.
Buon anno, dimenticavo, decideremo noi da che parte Stare!!! ”


ALCUNI AVVISI IMPORTANTI:
La sera del 30 Novembre sabato a S. Basilio inizieremo l’Anno Liturgico alle ore 19, segue un momento di Festa. Accogliamo i nuovi Cooperatori delle nostre tre Comunità: Enza Buemi di Badiavecchia, Giuseppe Puglisi di San Marco, Assunta Bartolotta Milici di San Basilio, sono il segno del nostro cammino insieme: non mi sostituiscono, ne sono postini di messaggi da inviare al Parroco.
Inoltre ricordo a tutta la Parrocchia che quanti non hanno accolto la Benedizione delle Famiglie e pertanto non hanno gradito la mia visita, in occasione di un funerale, io non andrò nelle loro case, né li accompagnerò al Cimitero, sempre se lo chiedono, il nostro servizio rimane solo in Chiesa per la Celebrazione, prendendo le distanze da certe usanze che in questo caso alimenterebbero solo un gesto di ipocrisia. Inoltre quanti non sono riconoscenti verso il nostro servizio, comunicheremo all’inizio della Celebrazione funebre che, il contributo del Fiore che non Marcisce, non lascerà nessun segno di ricordo ma verrà devoluto alla cassa della Parrocchia per le spese ordinarie.
I Programmi del Mese li trovate in fondo in Chiesa o nella bottega di Maria e Anna.



     Badiavecchia 20 Novembre 2019          P. Mario Salvatore Oliva



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CON UGO AVANTI TUTTA!!!

Se qualquno ha sete venga a me, e beva Gv 7,37

Da Emmaus si riparte!!!
    L’unica via a senso unico, al di là del semaforo di quella sera ormai al tramonto, tronca inesorabilmente facendo impazzire tutti i GPS delle nostre sicurezze mentali, delle nostre delusioni in cerca di strade nuove, dei nostri ritorni su percorsi lamentosi delle nostre stanchezze ormai croniche, e tutto cambia, poiché sintonizzati nello Spirito Santo svanisce la notte più buia, e con essa tutte le paure, mentre tutto prende luce, prende forma, e qualcosa di grande e di unico diviene certezza e bellezza: Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me!!!  (Gv 14,6).

        Quando i tuoi occhi si aprono dinanzi allo spezzare del Pane, (Lc 24,30-31), nulla può più fermarti, niente può più sbarrare la tua strada: tutte le notti si dissolvono!!!    
        ...quelle corrotte del potere, quelle sporche di malaffari, quelle buie scritte con i compromessi delle convenienze.
    
        Ci stupiscono i Pellegrini della via Francigena, ci stupiscono i loro racconti, le loro avventure: rivedo il nostro Ugo e lo immagino, mentre, sui sentieri sconosciuti delle Alpi e poi in quelli che attraversano il lungo stivale, percorre i solchi di una storia e giungendo all’ingresso dei nostri Nebrodi segna una nuova mappa con l’altare ad Oriente indicandoci l’unico Sole!!!
         Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita"!!! (Gv 8,12).

Quando senti un fuoco ardere nel tuo cuore (Lc 24,30-32) tutto diventa possibile, oltre ogni limite, oltre ogni calo demografico, oltre ogni possibile capacità, oltre ogni bilancio economico a perdere, oltre i meccanismi misteriosi dei soliti uccelli di malaugurio, che infastiditi dall’eco della Parola di un megafono che si diffonde nella valle, per dilatare la vita, sbraitano cadendo dai loro alberi dove stavano nascosti ad  avvistare la preda, ...chissà se vorranno anche loro provare l’ebbrezza del cammino?   
Suo padre allora uscì a supplicarlo (Lc 15,28)...



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CON MARCO NOI ABBIAMO CREDUTO NEL VANGELO

Il Signore agiva insieme con loro confermava la Parola con i segni
Sulla via di Emmaus percorriamo questo Anno Liturgico e su questa via coloriamo i percorsi delle nostre Feste, non con la logica di questo mondo, quella di un teatrismo sterile e di un volto che si colora di tristezza, pur se la Comunità di San Marco ha tutte le carte in regola per farlo e tutti i suoi buoni motivi.
Non è piuttosto il Vangelo che ci dice:  “Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare!” (Mc 2,19).
                        LO SPOSO È CON NOI!!!
    Forse la sofferenza è andata a nozze con la nostra fragile esistenza, forse la  bellezza futile di questo mondo, che passa, forse il denaro bugiardo che ci promette quello che non possiede, forse la salute, che può allungare la vita ma non la sua qualità?
    ...allora si!!!  strappiamoci le vesti e facciamo lutto!!!
 Traditi da chi abbiamo promesso eterna fedeltà!

Non ci vuole una grande scienza per capire la sorgente dei nostri lamenti, l’estetista delle nostre tristezze, i vigliacchi amici delle nostre delusioni… “A che giova un idolo scolpito da un artista? O una statua fusa o un oracolo falso? L'artista confida nella propria opera, sebbene scolpisca idoli muti (Abacuc 2,18).                     NON ABBIAMO BISOGNO DI COMMISERAZIONE!!!
...né le nostre comunità, né tantomeno la nostra Orietta, che ha Gesù come unico suo sposo!!!
Rallegriamoci ed esultiamo, rendiamo a lui gloria, perché sono giunte le nozze dell'Agnello;
la sua sposa è pronta: le fu data una veste di lino puro e splendente".
La veste di lino sono le opere giuste dei santi (Ap 19, 7-8).

Per quei due viandanti verso Emmaus, (Lc 24), prima di quel fuoco, c’è la delusione, c’è l’amarezza:!!!
...i nostri progetti in frantumi, le nostre riserve vuote, le nostre cisterne screpolate!!! “Due sono le colpe che ha commesso il mio popolo: ha abbandonato me, sorgente di acqua viva, e si è scavato cisterne, cisterne piene di crepe, che non trattengono l'acqua (Ger 2,13)...
 


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UN MESE CON SAN BASILIO

...lo Spirito Santo ci ha aperto gli occhi... Lo abbiamo visto in noi!!!
Da Emmaus si riparte!!! ...non più con la delusione, non più con il volto triste ma con un Fuoco che arde, come dice Giovanni : “Quello che era da principio, quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita… noi lo annunciamo anche a voi” Gv 1, 1-3. Lo annunciamo attraverso i colori della Festa, attraverso l’arcobaleno di bimbi che corrono nella nostra piazza, attraverso la gioia di stare insieme, e quest’anno, dopo la straordinaria esperienza dell’Artigianato, vogliamo volgere lo sguardo agli Eroi della “Convivialità delle Differenze”, nel Dono grande della Venuta di Stefano Bello nipote del grande Don Tonino Bello, sulla qui Tomba è andato a pregare Papa Francesco.
    Stefano viene a portarci la voce profetica di  questo grande Vescovo “Contemplattivo” che ha saputo rompere gli ormeggi di una chiesa ancorata alle sue sicurezze fragili, ammalata di miopia, incapace di vedere oltre gli orizzonti del sacro e delle sacrestie:
“Spirito Santo che riempivi di luce i Profeti e accendevi parole
di fuoco sulla loro bocca, torna a parlarci con accenti di speranza.
Frantuma la corazza della nostra assuefazione all'esilio.
Ridestaci nel cuore nostalgie di patrie perdute. Dissipa le nostre
paure. Scuotici dall'omertà. Liberaci dalla tristezza di non saperci più indignare per i soprusi consumati
sui poveri. E preservaci dalla tragedia di dover riconoscere che le prime officine della violenza
e della ingiustizia sono ospitate nei nostri cuori. Donaci la gioia di capire che tu non parli solo ai microfoni
delle nostre Chiese. Che nessuno può menar vanto di possederti. E che, se i semi del Verbo sono diffusi
in tutte le aiuole, è anche vero che i tuoi gemiti si esprimono nelle lacrime dei maomettani e nelle verità
dei buddisti, negli amori degli indù e nel sorriso degli idolatri,
nelle parole buone dei pagani e nella rettitudine degli atei.”

Nei sentieri della Città della Basilide fondata da San Basilio per i gli ultimi, vogliamo cogliere la Grandezza del nostro Santo: tutti, nessuno escluso, abbiamo ricevuto l’Ordine di Divenire Dio per grazia!!! ...


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ARDE UN FUOCO NEI NOSTRI CUORI AUGURI A QUANTI VOLANO LIBERI SULLE SUE ALI BIANCHE

Potenza dello Spirito che anima il mondo e lo conduce al mattino di un alba che presto verrà!!! Auguri a te che non sei rimasto al sepolcro ma che libero voli tra le Sue Ali bianche!!!
Nella notte, nel cuore dei due Discepoli (Lc 24,15-35), c’è un fuoco che arde...
davanti a questa percezione svanisce
ogni ragionamento, svanisce anche la delusione
che li aveva messi su una strada di non ritorno ,
ma quel fuoco che arde, li porrà per sempre
verso un’altra direzione…


- Mi chiedo, davanti allo scenario drammatico di una chiesa che arranca, nonostante tanti cammini, tanti documenti, come mai questo fuoco non arde?
- Mi chiedo, davanti all’apatia che circonda le strade della nostra parrocchia, nonostante le tante esperienze e gli sforzi delle nostre iniziative, come mai questo fuoco non si propaga?
- Mi chiedo davanti alle tante paure che si innescano nei tanti percorsi di un mondo che si va consumando nei drammi di una economia che sembra dominare ogni scelta e ogni destino, dove sono finiti quei fuggiaschi del cenacolo che tutti sentivano parlare una sola lingua??? (At 2,8).

Dove sei o Spirito di Fuoco che apri le frontiere spalanchi le porte e illumini la notte???
NOI LO SAPPIAMO CHE TU  CI SEI, INVISIBILE MA PRESENTE,

siamo noi quei viandanti oggi delusi che ci arde il cuore mentre Gesù ci parla,
siamo noi che tra mille domande ci arrendiamo davanti a quella libertà
                            che Tu possiedi e che ci riempie di stupore,
siamo noi che oggi, mentre la mano potente della sofferenza
                con la dura falce annienta le membra della nostra Comunità
                che ti diciamo rimani “resta con noi perché si fa sera” (Lc 24,29),
siamo noi nel cenacolo delle nostre chiese, colpiti da calunnie, trattati come folli dagli Erodi di turno,
        mentre ci viene tolta la libertà del nostro poco,
        “che ti vediamo Risorto e presente in mezzo a noi” (Lc 24,31).
Che dire allora in questa Pentecoste, se non con Paolo
 “Noi però abbiamo questo tesoro in vasi di creta, affinché appaia che questa straordinaria
potenza appartiene a Dio, e non viene da noi. In tutto, infatti, siamo tribolati, ma non schiacciati;
siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi,
portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù,
perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo (2Cor 4,7-10).
Siamo spinti dal soffio della tua Potenza e allora nulla più ci chiediamo
mentre cala il sipario dei dubbi, svanisce la cantilena delle nostre domande
e divampa la Fede, che nella notte profonda ci rende desti
poiché “con la nostra “perseveranza salveremo le nostre vite” (Lc 21,19).

Tu fratello che leggi
ricordati che nel Giorno di Pasqua
“solo i teli sono rimasti per terra (Lc 24,12),  e sono ancora li!
Alza lo sguardo e guarda oltre... è vero i corvi all’orizzonte divorano senza pietà la poca pelle che ci rimane e che si consuma, ma è anche vero che noi siamo di più di questa carne, siamo Spirito che crea, e soffio che da vita!!!
Alza lo sguardo e non piagnucolare davanti a una malattia disumana che sta consumando qualcuno di turno... è vero hai tutte le ragioni per farlo, ma i canti di Orietta ci portano altrove e la sua Fede ci fa volare in alto: è il soffio potente dello Spirito, che nel suo cuore che arde, è colomba che porta la pace nei cuori e ci eleva in alto!!!
Alza lo sguardo e non andare nei crocevia a raccogliere le ultime diffamazioni velenose che annunciano che il peggio deve ancora arrivare... è vero al peggio non c’è mai fine e quando si innesca l’odio, non è più la ragione a dettare le sue regole ma la superbia e l’orgoglio che annienta e distrugge, ma noi folli, tre volte cretini, scartati, quelli della cricca, ubriachi (At 2,15) che hanno tempo da perdere, siamo lì  attorno all’Altare in questa Veglia di Pentecoste, con una pace straordinaria nel cuore e immersi nell’unico canto disceso dal cielo:
"Alleluia! Ha preso possesso del suo regno il Signore,
il nostro Dio, l'Onnipotente.  Rallegriamoci ed esultiamo,
rendiamo a lui gloria, perché sono giunte le nozze dell'Agnello.
 Potenza dello Spirito che anima il mondo e lo conduce
al mattino di un alba che presto verrà!!!
Auguri a te che non sei rimasto al sepolcro
ma che libero voli tra le Sue Ali bianche!!!

 
           San Marco 5 Giugno 2019                         P. Mario Salvatore Oliva

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